
In questo approfondimento parliamo in maniera semplificata del processo di perdita di peso perché conoscere i meccanismi del nostro corpo può consentirci di raggiungere meglio e più velocemente i nostri obiettivi grazie a una consapevolezza e una motivazione superiore, e aiutandoci anche a conservare i risultati.
La lipolisi è quel processo interno che ci consente di perdere il grasso in eccesso e che prevede la scissione dei trigliceridi liberando acidi grassi e glicerolo. Queste reazioni chimiche sono possibili grazie all’attività dell’enzima lipasi e alla partecipazione di numerosi ormoni tra cui adrenalina, ormone della crescita, glucagone, testosterone e noradrenalina.
L’enzima lipasi divide i trigliceridi in 3 molecole di acidi grassi e una di glicerolo e la sua attività dipende dal sistema nervoso e dalle catecolamine in circolo; durante l’attività fisica ad esempio la noradrenalina e l’adrenalina sono rilasciate e vanno a stimolare proprio la lipolisi delle cellule grasse.
Quando c’è adrenalina la produzione di insulina viene interrotta consentendo la continuazione del processo di lipolisi. L’insulina è considerata un ormone che limita il dimagrimento perché quando è presente ad alta concentrazione nel sangue impedisce la lipolisi stessa.
Attività fisica e lipolisi
Gli acidi grassi vengono bruciati nei mitocondri all’interno delle fibre muscolari durante l’attività fisica e provengono o dal tessuto adiposo o dai trigliceridi che si trovano tra i muscoli.
I muscoli quindi possono bruciare grassi sia a partire dalle scorte interne sia a partire dai grassi presenti nel torrente sanguigno che provengono dal tessuto adiposo per contribuire alla produzione energetica. La scelta tra una fonte grassa e l’altra è data dall’intensità e dalla durata dell’attività fisica ed è influenzata anche dal cibo ingerito.
Intensità del workout, come influisce sulla lipolisi
Ad esempio durante gli esercizi a bassa intensità, soprattutto all’inizio del workout, i muscoli tendono a utilizzare soprattutto gli acidi grassi liberi nel sangue finché non coprono tutto il fabbisogno; quando l’esercizio invece diventa più intenso i muscoli iniziano ad attingere alle scorte intramuscolari che vengono utilizzate fino alle due ore di attività.
Dopo tale arco di tempo la richiesta di lipidi torna a rivolgersi agli acidi grassi in circolo. All’inizio degli esercizi ad alta intensità vengano impiegati più glucidi rispetto ai lipidi; quando l’attività fisica si prolunga nel tempo o comunque aumenta di intensità, i livelli di lipidi nel sangue si riducono e il corpo quindi inizia ad utilizzare quelli depositati nei tessuti adiposi.
Sia durante l’attività fisica che nelle ore successive grazie all’effetto dell’ormone della crescita e alle catecolamine la lipolisi viene comunque stimolata. Una piccola quota di acidi grassi viene trattenuta per formare nuovi trigliceridi nel tessuto adiposo mentre i grassi rimanenti che viaggiano nel sangue vengono trattenuti dal muscolo-scheletrico. Il glicerolo arriva nel fegato per formare nuovo glucosio che supporterà la glicolisi durante le varie attività della giornata.
I trigliceridi scomposti aumentano la presenza di acidi grassi che vengono poi trasportati nelle cellule grazie alla carnitina per essere utilizzati dai mitocondri. Seguendo un programma individualizzato di attività fisica e di dieta in base al proprio biotipo è possibile insegnare al corpo ad utilizzare il grasso a scopo energetico anziché a stoccarlo.