
Iniziamo dalla definizione di questo particolare regime alimentare che si basa sulla riduzione dei carboidrati per obbligare il fisico a produrre da solo il glucosio necessario a sopravvivere aumentando il consumo dei grassi adiposi per migliorare la composizione corporea. Letteralmente questa dieta significa “alimentazione che produce corpi chetonici” ossia un residuo del metabolismo dei processi che generano energia nel nostro organismo.
Di solito questi residui sono presenti in quantità minime e vengono smaltiti con le urine e la ventilazione polmonare ma durante questo tipo di dieta essi raggiungono un livello più alto il cui eccesso abbassa il pH del sangue. La presenza di questi corpi nel sangue ha diversi effetti sul nostro fisico, alcuni dei quali sono considerati utili per dimagrire mentre altri sono di tipo secondario.
Non esiste un’unica forma di dieta chetogenica: sono definite tali tutte quelle che forniscono una quantità di calorie provenienti dai carboidrati e talvolta anche dalle proteine inferiori rispetto al necessario. Alcune di queste diete sono utilizzate dai medici ad esempio nei casi di epilessia che non risponde ai farmaci oppure per gli obesi in stato grave o nel caso di particolari malattie metaboliche… ma si tratta di strategie alimentari note anche nel campo dell’attività fisica e della cultura estetica.
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Omega Force 100cpsNa-R-Ala 60cpsCLA + L-Carnitine + Green Tea 100cpsDieta chetogenica: alimenti consigliati e vietati
Gli alimenti consigliati nel protocollo di dieta chetogenica sono i derivati animali, dalla carne al pesce, fino uova e formaggi, ortaggi e oli da condimento mentre sono sconsigliati cereali, patate, legumi, frutta e dolci e bevande con zuccheri aggiunti. Di solito queste diete prevedono un apporto inferiore ai 50 grammi al giorno di carboidrati da organizzare indicativamente in tre somministrazioni differenziate da 20 g ciascuna. Uno degli standard chetogenici prevede che il 70% delle calorie provenga dai grassi, circa un 25% dalle proteine e il restante dai carboidrati.
Come sapere se lo stato di chetosi è attivo e come incide lo sport
Per avere la certezza di essere in uno stato di chetosi si possono effettuare dei test delle urine, del sangue o del respiro ma ci sono anche alcuni indicatori che non necessitano di esami: la sensazione di sete e di bocca asciutta, l’aumento della diuresi, respiro e sudore acidi, calo dell’appetito, spossatezza.
Per quanto riguarda il ruolo dell’attività fisica essa da un lato può aumentare la richiesta energetica di glucosio favorendone la produzione e quindi aumentando l’accumulo dei corpi chetonici. In secondo luogo però l’esercizio fisico aumenta anche l’ossidazione dei corpi chetonici, contrastando il loro stoccaggio e quindi contenendo i loro effetti negativi.
Durata ed efficacia della dieta chetogenica
E’ quantomeno doveroso accennare al fatto che questo tipo di dieta non può durare a lungo ed è importante fissarne i limiti anche temporali con il proprio specialista di riferimento.
Solitamente queste diete tendono a durare idealmente per tre settimane ossia 21 giorni, arco del tempo in cui risulta comunque ben tollerata dal nostro corpo e riesce a facilitare la perdita di peso senza andare a danneggiare troppo la massa muscolare.
Questo metodo può risultare efficace ma anche molto delicato nella sua applicazione ed è bene non seguirlo se non si ha l’assistenza di un nutrizionista o di un esperto equivalente. Questa dieta infatti è altamente acidificante, aumenta la disidratazione complessiva e il carico di lavoro sui reni e può generare ipoglicemia e ipotensione. Inoltre bisogna ricordare che riducendo drasticamente i carboidrati si va a intaccare anche l’efficacia del nostro sistema cerebrale che funziona a glucosio e che potrebbe manifestare sintomi dal mal di testa all’affaticamento, dalle vertigini alla nausea.