Proteine lento rilascio come potente anticatabolico

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Proteine lento rilascio e veloce rilascio, quali sono le differenze tra le due tipologie e quali sono migliori per ogni specifica situazione? Alla base di un programma volto alla crescita muscolare si trovano sia un piano alimentare e di integrazione adeguati, sia ovviamente l’attività fisica. In alcuni momenti tuttavia è opportuno saper scegliere la fonte proteica più adatta per incrementare i benefici del proprio allenamento ed è per questo che ogni sportivo dovrebbe conoscere la differenza tra le proteine a lento e a veloce rilascio.

Proteine lento rilascio: ecco come funziona la digestione

La digestione delle proteine inizia nello stomaco ad opera dell’enzima pepsina che viene secreto dalle ghiandole gastriche per scomporre i legami peptidici, scindendo così le catene proteiche. Successivamente i peptidi dallo stomaco passano all’intestino, dove tripsina, elastasi e chimotripsina (enzimi prodotti nel pancreas) idrolizzano i peptidi scomponendoli in di e tripeptidi. La digestione delle proteine ha quindi fine con l’attività di altri due enzimi pancreatici, l’esopeptidasi e il diepeptidasi, che trasformano ciò che è rimasto in aminoacidi, che saranno poi utilizzati nelle funzioni metaboliche. È interessante ricordare che circa il 5% delle proteine non viene assorbito e viene eliminato. Gli aminoacidi raggiungono il fegato attraverso la vena epatica di ingresso dove vengono utilizzati per sintetizzare nuove proteine o per produrre energia (è questo il caso degli aminoacidi che provengono dal catabolismo dei muscoli o da una alimentazione iper proteica).

A seguito di queste considerazioni è chiaro che una situazione di digiuno prolungato, una alimentazione povera di proteine o uno sforzo fisico eccessivamente protratto nel tempo possano condurre al catabolismo muscolare, costringendo il corpo a utilizzare le proteine muscolari per proseguire la sintesi delle proteine essenziali e stabilizzare la glicemia.

Proteine lento rilascio e veloce rilascio: cosa cambia

Le proteine cosiddette a lento rilascio sono la chiave nella prevenzione del catabolismo e consentono di preservare la massa muscolare quando ci si trova ad esempio in una fase di digiuno prolungato (comprese dunque le ore di sonno). Tra le proteine a lento rilascio più note si classifica la caseina micellare, che necessita di ben 7 ore per il completo assorbimento, garantendo un apporto continuativo di aminoacidi al fegato.

Queste proteine vanno consumate anche la mattina quando non risulti possibile uno spuntino per coprire le necessità fino al pranzo. Vanno invece evitate nel post workout e per colazione perchè non stimolano la sintesi proteica nè incrementano gli aminoacidi in circolo in maniera significativa, a differenza invece delle proteine a veloce rilascio.

Le proteine a veloce rilascio garantiscono un apporto praticamente immediato di aminoacidi verso il fegato e sono consigliate durante la colazione e subito dopo aver terminato l’allenamento per poter sopperire alla riduzione del glicogeno e di aminoacidi. Tra questa famiglia di proteine troviamo ad esempio le proteine del siero del latte (30 minuti), quelle dell’uovo (2 ore) e della soia (3 ore).

In conclusione quindi non esiste una proteina lento rilascio che sia migliore di una a veloce rilascio, semplicemente dipende dal momento in cui vengono assunte: conoscere la differenza tra le tipologie proteiche è fondamentale per ottenere il massimo da entrambe, ottimizzando le rispettive caratteristiche.