Come gestire l’insulina grazie alle proteine e alla vitamina D: consigli per diabetici e sportivi

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Il controllo della glicemia e dell’insulina risulta fondamentale sia per la salute sia in ambito sportivo. Dedichiamo l’articolo di oggi proprio a tale argomento, attraverso i risultati di alcune interessanti indagini scientifiche che hanno messo in luce le potenzialità delle proteine e della vitamina D a tale scopo.

Uno studio condotto presso l’Università di New York ha dimostrato come cibarsi di proteine e verdure prima dei carboidrati riduca in maniera significativa i livelli di zucchero nel sangue dopo il pasto. La ricerca è stata effettuata su persone in sovrappeso sofferenti di diabete 2: la prevenzione dei picchi glucidici nel flusso ematico risulta quindi estremamente importante nei soggetti diabetici per poter contrastare disfunzioni a livello dei vasi sanguigni che potrebbero generare un maggiore rischio infarto ed ictus.

Si tratta comunque di una abitudine estremamente importante e funzionale anche per gli sportivi perché consente di mantenere più costanti i livelli energetici nonché di ridurre l’accumulo di tessuto adiposo. Per prevenire quindi i picchi di glucosio nel sangue una semplice strategia è quella di consumare il proprio shake proteico prima del pasto: con questa sana abitudine si attiveranno i processi biochimici e metabolici per sostenere la sintesi di nuove proteine e prevenire il rapido aumento degli zuccheri nel sangue.

Controllare la glicemia: proteine pre pasto e vitamina D

Un altro interessante studio ha evidenziato il ruolo della vitamina D nel controllo della glicemia: essa è risultata capace di ridurre sia i livelli di infiammazione che di migliorare la sensibilità all’insulina. Un supplemento di vitamina D risulta efficace sia nel controllo glicemico sia in altre alterazioni metaboliche specialmente nei soggetti carenti di questa vitamina.

I diabetici con carenza di vitamina D che assumevano un integratore di vitamina D3 1000 IU quotidianamente hanno registrato miglioramenti significativi nei marcatori della salute del’endotelio. Il dosaggio è risultato estremamente importante per ottenere i risultati perché chi aveva ricevuto dai 400 agli 800 IU al giorno non aveva riscontrato nè una riduzione del diabete nè modificazioni nella glicemia mentre dosaggi più elevati hanno mostrato effetti decisamente più significativi.

Un’altra ricerca che ha coinvolto soggetti carenti di vitamina D3 ha somministrato loro un supplemento di 4000 IU al giorno con miglioramenti eccezionali nella sensibilità all’insulina e registrando inferiori livelli di insulina a digiuno. Gli studi riguardanti la supplementazione di vitamina D su soggetti espressamente a rischio di diabete 2 o pre-diabete hanno dimostrato che la supplementazione giornaliera di questa vitamina ha effettivamente ridotto l’aumento glicemico a digiuno nel corso del tempo e migliorato altresì sia la secrezione di insulina pancreatica e sia la sensibilità all’insulina.

I meccanismi coinvolti in questi processi appaiono tre, complementari l’un l’altro: da una parte abbiamo l’interazione della vitamina D con i recettori collocati nei muscoli che potrebbero aiutare a costruire cellule muscolari programmate per utilizzare più glucosio. In secondo luogo i recettori insulinici cellulari del corpo aumenterebbero la propria attività favorendo il prelievo del glucosio dal sangue verso l’interno della cellula. In terzo luogo si attiverebbe un complesso molecolare che regolerebbe i geni deputati a bruciare zuccheri e grassi a scopo energetico.