Ipotiroidismo e sport: come ne risente il fisico dell’atleta

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L’ipotiroidismo è una patologia generalmente sottovalutata che riguarda gli ormoni prodotti dalla ghiandola della tiroide, situata nel collo. Alcuni degli ormoni secreti sono il T2, il T3 e il T4 (tiroxina). Quest’ultima rappresenta l’80% di tutto ciò che viene prodotto in questa ghiandola e la maggior parte subisce una conversione nel fegato che la trasforma in T3. La molecola T3 è cinque volte più potente della tiroxina.

Quando la produzione degli ormoni della tiroide scarseggia, interviene un ormone che ne stimola la produzione a partire dall’ipofisi, noto come TSH (tireotropina). Alcuni test clinici prendono in considerazione solo quest’ultimo ormone per stabilire se l’assetto endocrino è corretto ed in tal caso i valori devono rientrare tra 2,5 e 3 (secondo altri, tollerabilità entro 5). Tuttavia molti medici concordano sul fatto che il miglior parametro da considerare sia quello della concentrazione di T3 libero, soprattutto se il soggetto manifesta tutti i sintomi dell’ipotiroidismo segnalando la necessità di alzare tali livelli.

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Ipotiroidismo e sport: correggendo l’assetto ormonale, migliorano le prestazioni

Se infatti si riesce ad intervenire in maniera corretta, il paziente e soprattutto lo sportivo può ritrovare i suoi livelli normali di energia, la capacità di resistenza, la presenza mentale (ma anche il vigore sessuale). Quando i valori di T3 rientrano nella norma migliora il sistema di difesa interno contro le malattie respiratorie, cardiovascolari e degenerative, rinforzando allo stesso tempo anche la pelle, i capelli e le unghie.

Gli ormoni della tiroide sono importanti perché prendono parte anche al metabolismo dei grassi per il loro utilizzo a scopo energetico e quindi se l’assetto ormonale non è adeguato, si tende ad ingrassare più facilmente e si fatica di più per rientrare nel peso forma nonostante la alimentazione rigorosa e l’attività fisica. Il rallentamento dell’attività della tiroide può avvenire con l’età avanzata ma può essere correlato anche ad un aumento dei livelli di colesterolo e dei trigliceridi.

Ipotiroidismo e sport: come riconoscere la patologia, i sintomi più riconoscibili

Per riconoscere una situazione di possibile ipotiroidismo ci sono alcuni sintomi ricorrenti come mal di testa, unghie fragili, precoce senso di affaticamento, raffreddore cronico, perdita di memoria, arti freddi, viso gonfio, aumento di peso, difficoltà nel dimagrimento.

Probabilmente la stanchezza è il sintomo più diffuso e riconoscibile dato che anche chi è abituato a frequentare regolarmente la palestra si ritrova costretto ad abbassare propri ritmi poiché non riesce più a sostenere gli stessi sforzi.

Misurando la temperatura basale quando ci si è appena svegliati e ancora prima di alzarsi dal letto si può tenere sotto controllo la situazione ormonale e l’eventuale presenza di ipotiroidismo. È sufficiente tenere il termometro sotto l’ascella per una decina di minuti rimanendo a letto senza alzarsi, e ripetendo tale misurazione per tre mattine di seguito. Se la temperatura è più bassa rispetto agli standard (di normalità considerati tra 36,1° > 36,7°), è probabile che sussista un problema di ipotiroidismo. È importante fare attenzione con il proprio medico specialista affinché non venga esaminato solamente il valore della TSH e non siano prescritti solamente ormoni T4 come spesso accade.

Cause dell’ipotiroidismo e sport

Alcune cause che possono portare ad un’alterazione dei livelli ormonali tiroidei riguardano non solo l’invecchiamento ma anche l’esposizione a sostanze tossiche, pesticidi, abuso di alcolici, dieta troppo carente di proteine, insufficienza al fegato, assunzione di betabloccanti, interventi chirurgici, carenze di minerali e vitamine come ferro, zinco, selenio, e vitamine del complesso B. È importante assumere medicinali e integratori sotto stretto controllo medico in questi casi per scongiurare gli effetti secondari di dosaggi eccessivi quali palpitazioni e tachicardia, sudorazione, sensazione eccessiva di calore, diarrea.